Introduzione alla Bibbia
La Bibbia (da βίβλος che indica un rotolo di papiro con una connotazione sacra), altresì denominata Scrittura, è divenuta nel corso dei secoli strumento di indagine storica da parte degli studiosi, oggetto di fede per i credenti e veicolo di informazioni secondo i biblisti. Qualunque uso ne si faccia; che sia quello della semplice lettura oppure quello della ricerca minuziosa dei vocaboli di antiche lingue, rimane, data la sua importanza, un "testo" imprescindibile della nostra civiltà. Non dovrebbe sorprendere il fatto che quando si parla di Bibbia in realtà non si parla di un testo organico, bensì di una raccolta di libri (βιβλία) a loro volta divisi a seconda della tipologia storica, documentaria e narrativa a cui fanno riferimento. Il canone biblico è infatti suddiviso in due categorie: l'Antico Testamento che comprende gli scritti originali in ebraico e aramaico e il Nuovo Testamento la cui documentazione è in lingua greca, più precisamente una variante della stessa, la koinè greca (da κοινή koinē che significa lingua franca). Gli ebrei si riferiscono all'Antico Testamento con il nome di Tanakh, un acronimo che riflette la triplice ripartizione tradizionale nella Torah (תורה, twrh), la “Legge” o Pentateuco, nei Nebi'im (נביאים, nby'ym), i “Profeti”; e nei Ketubim (כתובים, ktwbym), gli “Scritti”. Siccome l'Antico Testamento include diversi libri aggiunti postumi al canone originario, noti come apocrifi (ἀπόκρυφος, apokryphos), e presenti nella versione greca della Septuaginta, si usa di solito riferirsi agli autentici libri in lingua ebraica con l'appellativo di Scritture ebraiche. Alcuni di questi testi sono raggruppati in modo differente a seconda della Bibbia di riferimento, ad esempio le versioni di Bibbia italiane tendono a dividere in due libri distinti Samuele, Re e Cronache mentre in quella ebraiche formano un opera unica. Il Nuovo Testamento invece non compare nelle bibbie ebraiche e solitamente raccoglie ventisette scritti universalmente accettati dalla chiesa primitiva come ispirati da Dio e fonte di autorità in materia di fede. I libri riconosciuti come autorevoli dalle chiese cristiane si raggruppano in: Vangeli (εὐαγγέλιον euangelion) il cui significato letterale è buona novella e seguono la vita di Gesù Cristo, Storici che comprende solamente Atti degli Apostoli, Lettere paoline, Epistole cattoliche (da καθολική ἐπιστολή katholikē epistolē con il significato di universale) e Apocalittici dall'omonimo libro dell'Apocalisse (Ἀποκάλυψις, Apokalypsis).
I manoscritti biblici
I manoscritti esistenti della Bibbia, contenenti almeno parte dell'Antico e del Nuovo Testamento, risalgono ai secoli a.C. L'invenzione della stampa e la perfezione dei caratteri mobili da parte di Johannes Gutenberg (1400-1468) comportò la sostituzione dei manoscritti con i libri stampati (il primo prototipo di testo stampato fu proprio la Bibbia), tuttavia il processo fu graduale e non completo.
La Torah comprende i seguenti libri: Genesi (בְּרֵאשִׁית bereshith), Esodo (ἔξοδος, exodos), Levitico (וַיִּקְרָ֖א wayyiqra', ΛΕΥΙΤΙΚΟΝ LEUITIKON), Numeri (במדבר bmdbr), Deuteronomio (Δευτερονόμιον Deuteronomion).
I Nebi'im comprendono i seguenti libri: Giosuè, Giudici, Primo e Secondo libro di Samuele, Primo e Secondo libro dei Re, Isaia, Geremia, Ezechiele, Osea (הוֹשֵׁעַ, hoshea'), Gioele (יוֹאֵל, yo'el), Amos, Abdia (עֹבַדְיָה, ovadyah), Giona ((יוֹנָה, yonah), Michea (מִיכָה, mikhah), Naum (נַחוּם, nachum), Abacuc (חֲבַקּוּק, chavaqquq), Sofonia, Aggeo (חַגַּי, chaggay), Zaccaria, Malachia (מַלְאָכִי, mal'akhiy).
I Ketubim comprendono i seguenti libri: Salmi, Giobbe (איוב, 'ywb), Proverbi (da מָשָׁל, mashal), Rut (רוּת, ruth), Cantico dei Cantici (שִׁיר הַשִּׁירִים, shir hashshirim), Ecclesiaste (קֺהֶלֶת, qoheleth), Lamentazioni, Ester (אֶסְתֵּר, ester), Daniele, Ezra (עֶזְרָא, ezra')/Neemia, Primo e Secondo libro delle Cronache.
Il termine canone deriva da canonico che a sua volta è la traslitterazione della parola greca κανών (kanōn) che indica uno strumento usato come antica unità di misura in architettura. Nel contesto delle Scritture bibliche si riferisce a una raccolta di opere considerate normative per la fede e la pratica.
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